Per conoscere la vera anima di Napoli, occorre andare alla scoperta delle meraviglie storiche della città.
Suggestivi sono i longevi palazzi che custodiscono storie di uomini e donne illustri, sarebbe praticamente impossibile quantificare i palazzi di Napoli , collocati nei luoghi più disparati, di ogni tipo ed epoca.
Passeggiando per il centro storico di Napoli ci si può imbattere in una delle più antiche costruzioni della capitale partenopea: Palazzo d’Angiò. Sito a Via dei Tribunali, Palazzo d’Angiò è la testimonianza di molti anni di storia della città di Napoli
Il palazzo fu costruito, unendo palazzi preesistenti, da Filippo d’Angiò, principe di Taranto e imperatore di Costantinopoli titolo che ebbe dal secondo matrimonio nel 1313 con Caterina II di Valois, figlia di Baldovino II imperatore di Costantinopoli
La sua architettura e costituzione lo posiziona tra le più belle costruzioni in stile gotico del capoluogo partenopeo: i quattro portici in piperno e il grande portone d’ingresso con lo stemma angioino rapiscono immediatamente lo sguardo dei passanti di Via dei Tribunali.
la bellezza dell’architettura di Palazzo Filippo di Valois è stata anche e soprattutto nel corso degli anni testimone diretta della storia che tra le antiche mura si è susseguita, infatti, da dimora d’Angiò, divenne poi abitazione dei principi di Tursi, che restaurarono il palazzo in stile barocco. Il grande salotto partenopea del decumano maggiore è stato inoltre crocevia di molteplici nomi illustri: nel 1443 divenne la sede dell’Accademia Pontaniana, la più antica d’Italia, dove numerosi studiosi si ritrovavano per disquisire in merito ai loro pensieri e alle loro ricerche.
Nella medesima via dei Tribunali è ubicato Palazzo Spinelli, uno degli edifici monumentali più antichi ed enigmatici di Napoli.
Si tratta di un palazzo appartenuto a Troiano Spinelli, un importante filosofo, economista e storico italiano duca di Aquara, nato a Laurino nel 1712. Il duca apparteneva alla nobile casata partenopea Spinelli.
Come ogni palazzo storico che si rispetti anche Palazzo Spinelli è famoso per la presenza di un fantasma che si aggira tra le sale interne della struttura. Numerosi sono gli avvistamenti di una figura evanescente che spesso sosta sull’enorme scalinata interna, all’incrociarsi dei due scaloni. La leggenda vuole che si tratti del fantasma di Bianca, una giovane damigella al servizio della famiglia Spinelli. Bianca era una giovane orfana di provenienza alto-borghese che fu ‘adottata’ dal Duca Spinelli, padrone di casa. La storia racconta che Bianca fu murata viva all’intero di una delle tante stanze del palazzo. A deciderlo fu la moglie di Troiano Spinelli, Lorenza, gelosa della giovane che conquistò il cuore del Duca. L’innocente damigella, una volta accettato il suo ignobile destino, prima di morire avrebbe lanciato una maledizione, che tutt’oggi graverebbe sulla casata. Bianca non poteva difendersi in alcun modo ma ebbe la forza per pronunciare queste parole: “Famme pure mura’ viva, ma in allegrezza o in grannezza tu me vidarraje”. Una maledizione che aleggia tutt’oggi sulla famiglia e nelle sale del palazzo Spinelli. Da quel giorno si racconta che la giovane Bianca si mostrerebbe alla famiglia 3 giorni prima di un evento, lieve o tragico che fosse. Vestita di bianco se ciò che stava per accadere fosse stato lieto, di nero invece, se sulla famiglia stesse per abbattersi una tragedia.
La storia di Napoli passa anche per Palazzo Venezia
Il Palazzo Venezia, detto anche palazzo Capone San Marco, fu ceduto dal re Ladislao I, intorno al 1412, alla Serenissima Repubblica di Venezia con lo scopo di essere utilizzato come abitazione per i consoli generali a Napoli. e da allora è stato per circa quattrocento anni la sede dell’Ambasceria veneta nel Regno di Napoli.
Lo splendido palazzo, oggi è ritornato in auge grazie all’intervento della società “l’Incanto”, fungendo anche come sede di mostre permanenti o temporanee di arti applicate in forma di autofinanziamento. con lo scopo di promuovere la cultura e la tradizione partenopea.
Palazzo Sanfelice, un edificio settecentesco maestoso che si trova nel Rione Sanità. Era un palazzo privato, appartenuto all’architetto Ferdinando Sanfelice, questo è stato, infatti, uno degli architetti più creativi del ‘700 napoletano, famoso soprattutto per i monumentali scaloni aperti. È stato un grande innovatore dell’architettura civile proprio per le forme dei cortili e delle scale, non più laterali e nascoste ma poste di fronte all’ingresso e protagoniste assolute dei suoi edifici.
Come ogni episodio napoletano che si rispetti, le scalinate ed i palazzi valsero a San Felice un nome molto particolare, il popolo assegnò all’architetto visionario il soprannome di “Levt’a’ sott”, a causa della natura estremamente contorta, inusuale e apparentemente instabile delle strutture progettate dall’architetto; Si era infatti diffusa nel popolo la credenza che queste potessero crollare da un momento all’altro. Quindi, oltre alla già rinomata superstizione secondo la quale camminare sotto una scala portasse sfortuna, Sanfelice ha contribuito ad aggiungerne una nuova accezione alla superstizione, di natura più pratica e ad hoc per i suoi edifici, ma per fortuna mai verificatasi.